venerdì 15 gennaio 2016

Si riparte!

Il 2015 è stato un anno di buio per la mia attività artistica. Dal 2016 si torna a scalare la vetta, con tenacia, per scoprire com'è il panorama da lassù.


Unicredit Tower, acrilico su tela, cm. 30x40, 2015

giovedì 26 febbraio 2015

NELL'ANNO DI EXPO 2015



Francesca Motta, Ogiemme, terra, cotone, plastilina, ceramica, dimensioni variabili, 2015.

Cucinare per se stessi e  per gli altri è un gesto semplice che si ripete incessantemente e che custodisce nella sua apparente ripetitività differenze, tipicità, dogmi declinati nei dialetti locali, nelle lingue nazionali. Dietro ad un piatto c’è un modo di concepire la vita.
Non solo, è proprio nella dimensione culinaria ed enogastronomica d’Italia che possiamo intravedere sfumature della nostra contemporaneità, l’esigenza odierna di essere sempre in bilico tra la valorizzazione di una solida tradizione e la necessità di approcci estremamente innovativi. Dietro ad un piatto c’è il passato ed il futuro delle nostre vite.
Nutrire, far godere del cibo è impegnarsi con consolidare relazioni e rallegrare gli animi. Taluni piatti sono micce che quotidianamente innescano sentimenti, rinforzano identità, ravvivano una cultura popolare. Con un banale piatto entrano in scena  l’ospitalità, la convivialità, la condivisione, la voglia di relazionalità.
Sfamarsi, per i più fortunati, arriva ad essere quasi un dettaglio. Per i meno fortunati invece dietro c’è la vita stessa.

Testo di Daniela Vergani

giovedì 15 maggio 2014

Da Sabrina per Francesca

Credevo di aver messo in valigia un costume giallo e invece riguardando le foto della vacanza in Grecia mi sono accorda che il colore era rosso...
Pensavo durante la cena a Capri ci fosse anche quell'amico di cui ora non ricordo il nome, ma forse quella sera aveva avuto un impegno improvviso...
E la frutta così buona mangiata sulla terrazza di Barcellona, in realtà devo averla confusa con un'altra colazione, in un altro posto, di fronte ad un altro panorama...

Non mento solitamente, non racconto il falso parlando dei miei viaggi, ma sono i ricordi che da soli si falsano... Ed ecco che le radici delle mangrovie diventano neri intrecci, ma non fidatevi della mia memoria; e le piccole immagini come Polaroid annerite dal tempo sono accese da una leggera colata di resina color caramello,ma voi sapete che non sono state davvero scattate da me.
Le ho dipinte, cercando di ricordare i contorni del soggetto, le sensazioni di quel momento di fronte ad un panorama che la mia mente ha trasformato in altro e poi in altro ancora e che adesso non c'è piu' come oggettivo ed originario.

I cieli diventano gialli e rosa fluo, i panorami si sovrappongono e gli elementi naturali potrebbero essere in realtà abiti o mani intrecciate, scegliete voi cosa vederci dentro.
Nero e bianco per non mentirvi troppo, ma con qualche piccola concessione di colore come un balzo dell'occhio che torna a rivivere quel momento, un gesto che esce dalla mano ma non ancora completamente dal cuore perché sarebbe troppo riviverlo pienamente.

In Polittico rosso magenta non ho potuto prendervi in giro però, lì la tinta ha deciso da sola di mostrarsi e io non ho potuto fare a meno di lasciarla fluire.
Perdonatemi per le bugie, ma a volte è così malinconico tornare con la mente ad un luogo,ad un momento,ad una persona. Troppo doloroso ricordare il dispiacere e ancora di più' è ricordarne il piacere, allora la mente ci mente facendoci un favore e io in questa mostra, astraendo, in realtà il favore l'ho fatto a voi.

                                                  
                                         Sabrina Ceruti, Conversazioni con Francesca




mercoledì 14 maggio 2014

Ecco la terza e ultima parte della mostra FALSI RICORDI


Istantanee

Ecco qua l’ultima e terza parte della mostra Falsi Ricordi. Le istantanee nascono da un viaggio compiuto dall’artista in Trentino, durante il quale ha fissato nella sua memoria brevi scorci paesaggistici, alberi e montagne, ma anche architetture come il castello di Thun.


Ma anche qui il ricordo è tradotto con sintetici tocchi di colore nero che rendono l’immagine cosi generica e universale da poter alludere a un qualsiasi albero e dove la montagna si trasforma in un profilo di una chiesa, e il particolare architettonico fa pensare a un chiostro di un convento. 

Istantanee #1, tecnica mista su tela, cm. 35x40, 2014

I viaggi e i ricordi si mescolano e allora il Trentino è stato solo un pretesto per Francesca per dipingere istanti passati, fissati velocemente nella mente come se avesse scattato una polaroid, una fotografia istantanea richiamata anche nel formato e nella cornice nera dipinta attorno al supporto bianco. 

Ma come rendere vivo un ricordo? Per Francesca c’è un materiale che adempie a questo compito, la resina, con la quale crea una sorta di contro-cornice gialla attorno a Istantanee#2 e una striscia colata che 

                                                                                     
Istantanee #2, tecnica mista su tela, cm. 30x30, 2014

Istantanee #3, tecnica mista su tela, cm. 30x40, 2014

attraversa l’immagine in Istantanee#1 e #3, e in quest’ultima ha un effetto bruciato che sembra ricordare una pellicola fotografica sovraesposta alla luce, come quando, per la fretta, si toglieva il rullino senza coprirlo dalla luce e, inesorabilmente, il ricordo svaniva.

Il percorso espositivo della mostra si apre con opere quasi monocrome, Carnet de Voyage e Radici, dove largo spazio è lasciato al bianco del supporto, per poi continuare con Skyline #1 e #2 dove Francesca inizia ad aggiungere il colore a scapito del bianco, mentre il nero domina nelle Istantanee. 


Polittico rosso magenta

E come ultima opera pittorica, vero e proprio coup de théatre, il Polittico rosso magenta colpisce per essere colore puro, il contrasto rosso-giallo, arricchito ancora una volta dalla resina, si impone nella sala e cattura l’attenzione del pubblico anche per il suo particolare formato. 


Quattro tele, ognuna con cornice anticata di legno, a formare un’opera unica dove il nome dal sapore antico, Polittico, contrasta con una pittura completamente astratta. La successione delle opere è stata sapientemente studiata per mostrare come un ricordo, qui rappresentato dal colore giallo, tende a svanire con lo scorrere del tempo.







Polittico Rosso Magenta, tecnica mista su tela, cm. 80x80, 2014

martedì 13 maggio 2014

Skyline

La seconda parte della mostra è composta da due opere su tela, sempre a tecnica mista, dal titolo Skyline. Parola generica per indicare il profilo del panorama delineato dagli edifici di una città, vuole essere la seconda tappa del viaggio di Francesca, dopo l'elemento naturalistico eccola rappresentare un paesaggio urbano indefinito, una città che può essere ovunque, quasi dei "non luoghi" per richiamare una definizione data dall’etnologo e antropologo francese Marc Augè, quando parlava di spazi che non hanno la prerogativa di essere identitari, relazionali e storici.



Skyline #1


Tecnica mista su tela nella quale il colore nero, acrilico e olio, viene lasciato colare lungo il supporto. Il bianco perde spazio a favore del nero, al quale Francesca aggiunge un rosa fluo che ricorda un tramonto. 

L’intenzione dell’artista non è rappresentare una città specifica, ma offrire un ricordo di un profilo urbano che può essere Milano, città che è stata identificata dalla maggior parte dei visitatori della mostra, o una città inesistente, vagamente ricordata attraverso un linguaggio pittorico e grafico al tempo stesso. 

Se osservata da vicino, piccolissime gocce di resina aggiungono un aspetto materico all’opera, e sembrano alludere a piccole gocce di pioggia rimaste dopo una schiarita.






Skyline #1, tecnica mista su tela, cm. 60x80, 2014




Skyline #2


Un altro profilo di città o una montagna imponente, questa tela ha suscitato un notevole interesse per il colore, giallo fluo, che insieme al contrasto bianco-nero, dove il bianco occupa sempre meno spazio, dona all’immagine un carattere vagamente pop.

Il giallo è steso lungo tutti i lati della tela come se il colore si volesse espandere oltre i suoi confini, e il formato verticale slancia la composizione. Il carattere quasi opprimente di questa colata verticale di colore nero, viene smorzato sapientemente dall’artista tramite il colore giallo che riesce a dare così respiro all’immagine.










Skyline #2, tecnica mista su tela, cm. 60x80, 2014
Radici #2

Opera su tela, realizzata con tecnica mista, allude alla tipica vegetazione delle Maldive, ossia le mangrovie. Il linguaggio astratto e l'assenza di colore donano al dipinto un aspetto quasi inquietante dove il tratto nero, a volte pieno e deciso, a volte trattato in trasparenza, crea un'immagine misteriosa. 


Largo spazio è lasciato al bianco del supporto, a testimonianza dell'incapacità dell'uomo di fissare perfettamente un ricordo sulla tela.

La memoria fotografica svanisce e quello che resta è un'immagine sfuggevole e la sua traduzione pittorica non è più veritiera, forse verosimile, se non falsa.







Radici #2, tecnica mista su tela, cm. 70x100, 2013


Radici #1


Come per Radici #2, si tratta di un'opera su tela, realizzata con una tecnica mista, che rappresenta le tipiche radici nodose delle Mangrovie.

Torna dominante il bianco del supporto ma, a differenza dell'altra, abbiamo un tocco di colore: il rosso dell'acrilico, trattato quasi come un acquerello, attraversa tutta la radice come una ferita e lascia trasparire la trama della tela.


Tra il bianco del supporto e la parte dipinta c'è uno straordinario equilibrio che porta l'osservatore a guardare l'opera nella sua unità, senza concentrarsi su una zona a scapito dell'altra.

Come per Carnet de Voyage, le interpretazioni suggerite dal pubblico sono state diverse, la più interessante, un volto non finito.




Radici #1, tecnica mista su tela, cm. 80x100, 2013
Carnet de Voyage #2


Quest'opera su carta è stata la vera è propria protagonista dell'esposizione, e non solo per le grandi dimensioni o per il particolare allestimento (due palloncini riempiti con acqua e gesso sono stati appesi agli angoli dell'opera). 

Si tratta, come per la precedente, di una tecnica mista dove grafite, smalto nero e acrilico si fondono per creare un'immagine incredibilmente evocativa. Ancora una volta il soggetto è la mangrovia, ma qui il pubblico del Punto Arte di Monza si è lasciato suggestionare dalla pittura di Francesca e ci ha offerto diversi punti di riflessione. 

Molti hanno visto, come per la carta precedente, due persone o addirittura una sorta di pietà nella quale una Madonna sostiene il fragile corpo del figlio. Altri hanno visto una mano, altri ancora un vestito. 

E su quest'ultimo punto è interessante come le precedenti ricerche artistiche della pittrice siano tornate a farsi sentire, come un ricordo che riaffiora e torna vivo grazie alla carta. Francesca infatti, prima di realizzare queste opere, aveva studiato soggetti come la donna e l'abito, indubbiamente influenzata dalle opere di Piero Pizzi Cannella,  caratterizzate dalla presenza di abiti fluttuanti, interpretati come struttura che sostituisce l'assenza metafisica dell'uomo. 

Per concludere come non notare nella struttura della composizione, un richiamo, assolutamente inconsapevole, al "Bue squartato" di Rembrandt o a quello di Soutine.





Carnet de Voyage #2, tecnica mista su carta, cm. 100x150, 2013

Carnet de Voyage

La mostra FALSI RICORDI si apre con due carte dal titolo evocativo, Carnet de Voyage, e due tele intitolate Radici.  
Queste opere fanno riferimento a un viaggio compiuto nel 2012 dall'artista alle Maldive. Attraverso quello che possiamo definire un linguaggio astratto, che mantiene però ancora qualche connotazione di figurativo, il soggetto che ha voluto rappresentare, ossia le Mangrovie, piante che si sviluppano sui litorali bassi delle coste marine tropicali, si trasformano in immagini sfuggevoli e indefinite.
Il ricordo di Francesca allora svanisce e lo spettatore vede quello che vuole, perché l'obiettivo dell'artista è risvegliare i nostri ricordi più reconditi e, allo stesso tempo, scatenare la nostra immaginazione, facendo nascere i cosiddetti falsi ricordi perché, per usare le parole di Marcel Proust: "il ricordo delle cose passate non è necessariamente il ricordo di come siano state veramente".



Carnet de Voyage #1       
Piccola opera realizzata su carta da pacco a tecnica mista, è stata scelta come immagine rappresentativa della mostra. 
Il tratto, realizzato con grafite e smalto, è deciso e corposo, e il sottile tocco di colore, dato dall'uso dell'acrilico, allude a una natura ferita. 
Ma come non vederci qualcos'altro? Due figure, una donna e un uomo, un combattimento, due volti non finiti che si baciano. 
La traduzione dell'immagine cambia a seconda degli occhi di chi guarda e di chi ricorda.

                                                            Carnet de Voyage #1, tecnica mista su carta, cm. 50x70, 2013

FALSI RICORDI WEB 2.0

FALSI RICORDI WEB 2.0 è un evento che si svolge esclusivamente online per raccontare l'esperienza della mostra allestita presso il Punto Arte di Monza dal 7 al 14 maggio 2014.

Nel corso del pomeriggio verranno pubblicate le immagine di tutte le opere presenti in mostra accompagnate da un breve testo critico scritto dalla curatrice Roberta Musano.
Il nostro obiettivo è stimolare il pubblico a lasciare impressioni e pensieri sulle opere presentate nell'apposito spazio per i commenti.

In questo modo anche coloro che non hanno potuto visitare la mostra potranno partecipare virtualmente all'esperienza di Falsi Ricordi.

Desideriamo continuare quel dialogo artista-fruitore che abbiamo avuto modo di sperimentare durante la settimana di esposizione e che ci ha arricchito con nuovi spunti di riflessione.


Francesca e Roberta